Due dediche stanno alla base delle sonate che costituiscono il nucleo di questo programma, ed insieme rappresentano l’integrale dell’opera brahmsiana per pianoforte e violoncello. Scritte a distanza di una ventina d’anni, e con crescente grado di elaborazione e di impegno tecnico, le sonate nascono appunto per un dedicatario, nel primo caso un liederista e dilettante di violoncello, Josef Gänsbacher, nel secondo il ben altrimenti solido violoncellista del Quartetto Joachim, Robert Hausmann. Nel mezzo, e con la levità di un intermezzo, Sir Maxwell-Davies, del quale Vittorio Ceccanti è a sua volta dedicatario e interprete di riferimento (ne ha inciso l’integrale per Naxos). Forte dei consigli di Maisky, Geringas e Gutman, il violoncellista e direttore toscano è peraltro uno specialista delle musiche d’oggi, come lo è il suo partner alla tastiera, Matteo Fossi, fondatore del Quartetto Klimt e collaboratore di autori come Kagel e Gubaidulina.