Intorno al 1725 Antonio Vivaldi diede alle stampe quella che sarebbe divenuta la sua più celebre raccolta di concerti: l’opera 8, dal titolo Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione. Non si può fare a meno di pensare a quel titolo scorrendo il programma proposto dal violinista Gilles Apap, formatosi prima in Francia, poi negli Stati Uniti. Il primo luogo, perché violinista appunto, talento che lo ha portato a vincere nel 1985 il Premio per la musica contemporanea al Concorso “Menuhin”, il violino regnando sovrano in quella celebre raccolta. Poi perché il suo ensemble si chiama The Colors of Invention. Se pure cimento e colori non son proprio la medesima cosa, certo è che il sostantivo invenzione in musica ha chiari riferimenti, primo fra tutti Vivaldi. E poi c’è la brillante, persino gioiosa spregiudicatezza di chi usa l’arte del rielaborare, tanto cara ai musicisti di tutte le epoche, ed in particolare a quelli tra Sei e Settecento, per dare luce diversa a brani notissimi, come quelli firmati Mozart, Ravel, de Falla o de Sarasate. Così tra virtuosismo violinistico (oltre ai brani già citati, non possiamo mancare di richiamare l’attenzione sul Preludio e Allegro di Pugnani rielaborato da Kreisler e sulla Sonata di Ysaÿe) e ricerca timbrica, eccoci pronti a scoprire sfumature del tutto imprevedibili grazie al gioco di timbri, che vedrà in scena – oltre al violino – fisarmonica, cimbalom e contrabbasso.