Che la musica abbia avuto un ruolo centrale in Unione Sovietica è fatto noto. L’obiettivo di Bashmet è quello di dare un quadro, se pur contenuto nei limiti di un programma da concerto, delle diverse voci che si levarono nel panorama musicale sovietico, ispirandosi nel costruirlo al 100° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, che del mondo e della cultura sovietica è stato l’atto costitutivo. Un mondo che gli autori in programma hanno vissuto intensamente, anche nelle più drammatiche conseguenze, come l’isolamento cui furono condannati Prokof’ev e Šostakovič (e se il secondo sarà poi ampiamente riabilitato, il primo morirà per ironia della sorte lo stesso giorno di Stalin, nel totale oblio di un paese che pure amava profondamente). Se i due sono i protagonisti più celebri di quella stagione, numerosi e fecondissimi sono gli autori sovietici, come il ‘Cajkovskijano’ Sviridov, la cui Sinfonia si contrappone non a caso alle note decisamente più moderniste di Schnittke, compositore che con il suo ‘polistilismo’ dichiarava di voler unificare la musica colta e quella leggera.