RITRATTO DONATONI
Franco Donatoni riuniva «le qualità minute dell’artigiano con l’originalità di un raffinato mondo immaginario», come ricorda Renzo Cresti – che di Donatoni è stato il primo biografo italiano – citando una definizione di Pierre Boulez. Sull’onda degli omaggi e della “memoria al futuro” che costituisce l’affascinante trama dell’edizione 2017 di MICO, ecco un programma interamente dedicato al compositore veronese, che con Bologna ha avuto peraltro un legame speciale, avendola ‘abitata’ prima da studente del Conservatorio “G.B. Martini”, poi da docente, negli anni Settanta e Ottanta, dell’allora pionieristica facoltà del DAMS. L’omaggio darà occasione di ascoltare alcuni suoi importanti lavori, in un crescendo sonoro che va dal duettare di una voce e un clarinetto basso di Cinis, sorta di requiem basato sulla scomposizione e ricomposizione di un verso del poeta latino Gaio Licinio Calvo, alla Ronda per un più classico quartetto con pianoforte. Dieci sono infine gli strumenti richiesti per un’opera emblematica come Spiri, che rappresentò per Donatoni la ‘rinascita’ creativa dopo una profonda crisi depressiva: un nuovo inizio all’insegna di un gusto concertante e una maggiore libertà inventiva. A chiosare la memoria di Donatoni, la prima esecuzione italiana di un nuovo lavoro di Alessandro Solbiati, autore prolifico che è stato tra i suoi più interessanti discepoli.