Una delle più interessanti cantanti e compositrici italiane, la bolognese Cristina Zavalloni presenta la sua ultima uscita discografica, un personalissimo “viaggio sulla luna” che attinge all’opera lirica come alla tradizione jazz e latinoamericana, accompagnata da un quartetto di musicisti con i quali l’artista intrattiene una rodata collaborazione, cui si aggiungerà il norvegese Jan Bang, celebre ‘guru’ dell’elettronica, impegnato in un live sampling che interagirà con la performance sul palco.
Formatasi tra studi classici, approfondimento della attività compositiva e il jazz, cui si aggiunge un approfondito percorso di studi di danza classica e moderna, Cristina Zavalloni ha portato il suo eterogeneo repertorio in festival come Montreux Jazz e in sale del calibro del Lincoln Center di New York e della Concertgebouw di Amsterdam. Ha inoltre cantato con direttori come Martyn Brabbins e Stefan Asbury ed è regolarmente invitata da numerosi ensemble e orchestre, fra cui BBC Symphony Orchestra e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Ha all’attivo una collaborazione di lunga durata con il compositore Loius Andriessen e apparizioni con musicisti quali Gabriele Mirabassi, Mario Brunello e Andrea Lucchesini.
In occasione della terza edizione di Bologna Modern, Special Moon vuole offrire un’istantanea della creatività musicale contemporanea. Il progetto è incentrato su un tema, un’idea, la luna, “ma soprattutto su di un suono” – precisa Cristina Zavalloni – completamente diverso da quello di tutti gli altri suoi dischi. Catalizzatrice dell’ampia ed inclusiva sensibilità musicale dell’artista è appunto la luna, che le permette di spaziare da inaspettate interpretazioni di standard jazz a canzoni pop, e dal repertorio popolare per l’infanzia ai brani originali che sono specialmente dedicati alla figlia, da poco arrivata a fare parte della sua vita.
“Sono felice di presentare questo progetto a Bologna, la mia città – prosegue Cristina Zavalloni – con il gruppo che ha partecipato all’incisione del disco al completo, arricchito quindi dalla presenza di Simone Graziano al pianoforte e del mago dell’elettronica norvegese Jan Bang. A Jan, col quale dividerò il palcoscenico per la prima volta, lascio il compito di contribuire a evocare la dimensione a tratti onirica della musica, come una luna che ondeggia tra il celarsi misteriosa e lo svelarsi nitida, vividamente reale, magari rossa come quella ammirata quest’estate durante l’eclissi”.