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Il celebre solista torna a Bologna con un programma che attraversa i secoli, dai capolavori bachiani al fascino della tradizione. A dieci anni dal suo ultimo “a solo” per Musica Insieme, torna attesissimo ospite a Bologna Gil Shaham, al suo fianco il pianista Akira Eguchi, partner rodato da molti anni, con all’attivo oltre cinquanta incisioni.
Annoverato fra i massimi violinisti dei nostri tempi, ospite delle più prestigiose orchestre e di festival che vanno da Aspen a Tanglewood, Shaham è musicista particolarmente attento nello sviluppare i suoi itinerari interpretativi, studiando con attenzione tutti i territori del repertorio violinistico. Non è certo un caso che abbia riportato l’attenzione di interpreti e pubblico su molti dei grandi concerti per violino composti nel secolo scorso, e immotivatamente rimasti in ombra rispetto alla programmazione più consueta. Da Korngold a Barber, da Williams (il John passato alla storia per le colonne sonore dei film realizzati con Lucas e Spielberg, uno fra tutti Schindler’s List) a Britten, il violinista americano, ma israeliano fin dall’infanzia, continua instancabile ad esplorare la produzione per il suo strumento, riservando al pubblico non poche suggestive sorprese.
Ecco allora la Sonata n. 3 di Avner Dorman, dal titolo Nigunim, composta nel 2011 e dedicata proprio a Shaham e a sua sorella Orli, pianista di consolidata reputazione. O The Singing Turk, la Sonata di Scott Wheeler entrata nel repertorio prediletto del violinista, che ritrae ironicamente il carattere del “Turco” nella storia della musica da Händel a Rossini. Alle due opere contemporanee faranno da cornice capolavori della storia del violino, dalla Terza Partita di Bach alla celebre Sonata di Franck.