Da un ensemble formatosi nel 1994 in seno ad una delle più prestigiose orchestre al mondo, e ben presto divenuto un riferimento per l’originalità delle scelte di repertorio e la maestria nell’interpretarle, non ci si poteva che attendere un programma come quello proposto per Musica Insieme: nella prima parte, un compositore-violinista (lasciò ben 17 concerti per il suo strumento) rilegge l’ottetto nell’inedita forma di un doppio quartetto, chiamato a generare ora suggestivi effetti di eco, ora dialoghi stereofonici a mo’ di ‘doppio coro’, per riunire invece le forze nei momenti di maggiore pathos. Ben quattro i lavori che Spohr lasciò per questa formazione strumentale, i Berliner ce ne offriranno il primo e l’ultimo. Con opposta quanto altrettanto geniale metamorfosi delle parti, un giovanissimo Mendelssohn firma nel 1825 il suo Ottetto op. 20, dove al contrario gli archi si comportano come un’orchestra sinfonica: un programma, insomma, che esalterà proprio quella commistione di intimismo cameristico e suono generosamente orchestrale che ha reso celebre il Berliner Streichoktett.