Aver inciso a ventidue anni i concerti di Cajkovskij e Prokof’ev con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Pappano è un bel traguardo: ma di traguardi Beatrice Rana ne ha già raggiunti molti altri, non da ultimo il Premio del pubblico al Concorso “Van Cliburn” 2013, che ha tributato tre minuti di standing ovation a questa giovane italiana il cui talento si era rivelato sbalorditivo sin dagli anni di studio. Anni trascorsi al Conservatorio di Monopoli sotto la guida di Benedetto Lupo, ed oggi forti dei consigli di Arie Vardi ad Hannover. Perché a quest’età è ancora giusto parlare di maestri, di passioni, di modelli, e Beatrice pare proprio cresciuta a pane e piano: famiglia di musicisti, primi concerti a nove anni, insomma un prodigio maturato – cosa non semplice né scontata – con attenzione e misura, che Musica Insieme ha il piacere di ospitare per la prima volta sulle scene del Manzoni con un programma di capolavori: proprio quelli capaci di fungere da modello e di risvegliare alla sua età una passione che duri tutta la vita.