Ha collaborato con oltre cinquanta direttori, e con le principali orchestre, ospite di Festival che vanno da Salisburgo a La Roque d’Anthéron, dal MITO di Milano e Torino a Ravello, e protagonista di pluripremiate incisioni: Andrea Bacchetti s’impone oggi come uno dei più interessanti pianisti italiani, sia per la costante ricerca tecnica e sonora, che per scelte di repertorio originali e profondamente meditate. Non a caso, nel suo recital per MICO ha scelto due autori i cui destini si intrecciano con la storia della Seconda Guerra e dell’Olocausto: Silvio Omizzolo vide infatti la moglie Maria Rosa Crico imprigionata per essersi pronunciata pubblicamente contro la guerra, e il di lei fratello Carlo morire a Mauthausen ai primi di gennaio del 1945. Fano, a sua volta stimatissimo insegnante di pianoforte al Conservatorio di Milano, fu licenziato nel 1938 per le sue origini ebraiche, per poi rifugiarsi nel ’43 con la famiglia a Fossombrone e ad Assisi per sfuggire alle deportazioni naziste. Bacchetti inserisce coerentemente i loro lavori in una cornice delimitata dalle opere di Bach e Scarlatti, verso i quali proprio la scuola pianistica italiana ha mostrato una significativa predilezione.