I Contrasts di Bartók, dedicati a Benny Goodman, testimoniano non solo la curiosità creativa del compositore al di là dei confini di genere, ma anche quel talento che gli permetteva di reinterpretare ogni suggestione in modo personale e coerente. Prende le mosse proprio da Bartók l’avventura compositiva di Donatoni che, attraversate tutte le fasi dell’avanguardia musicale post-bellica, approda alla fine degli anni Settanta a uno stile personalissimo, nel quale il filo sottile dell’ironia riveste un ruolo tutt’altro che secondario. In apertura, Hommage à R. Sch. di Kurtág, una delle opere più gioiose della sua produzione. Vi risuonano alcune delle pagine più celebri di Schumann, da Kinderszenen a Kreisleriana, a Fantasiestücke, tra le apparizioni dei suoi molteplici alter ego: Maestro Raro, Eusebio e Florestano. Limes I, infine, del perugino Raffaele Sargenti, apre una finestra sulle continue evoluzioni del linguaggio musicale dei nostri giorni.