Nel 1777, in viaggio da Mannheim a Parigi, Mozart componeva la Sonata in do maggiore KV 309, cercando di raffigurarvi la giovanissima allieva Rosina Cannabich. Una pagina brillante e virtuosistica per una fanciulla «assennata e intelligente e poco loquace» che dopo brevissimo tempo la eseguiva eccellentemente. La partitura rivive oggi sotto le dita di uno dei fiori all’occhiello dell’Accademia Pianistica “Incontri con il Maestro” di Imola: Ran Feng, la pianista cinese che, formatasi prima a Kiev e poi in Italia, ha ricevuto premi speciali in prestigiose competizioni internazionali, dal Concorso pianistico di Tbilisi, al Premio “Liszt” di Utrecht e di Weimar-Bayreuth. Specialista del compositore ungherese, Ran Feng ne propone due opere di grande impegno: Harmonies du soir, l’undicesimo dei celeberrimi Études d’exécution transcendante, e la Sonata in si minore, uno dei frutti più originali e inquieti dell’ingegno di Liszt.