Il jazz non è uno stile, né lo si può ricondurre ad una sola matrice stilistica. Il jazz è prima di tutto musica da ballo e d’intrattenimento. Questo lo sapeva bene Šostakovič, che peraltro con l’America ebbe strette relazioni. Le sue due celebri Suites ricordano quel jazz: quello che si balla, quello che rimanda al cabaret tedesco da un lato, e alla balera dall’altro. Il tutto venato da un’ironia sottile che un solista come Kolja Blacher, specializzato in quel repertorio, e acclamato per le sue registrazioni (da Stravinskij a Weill) con la Mahler Chamber Orchestra di Abbado, saprà restituirci nella sua vitalità. Steve Reich, invece, al jazz non pensa certo in quei termini. Il suo swing ha il sapore e il pulse della metropoli, magari fiorita di grattacieli.