Interprete bachiana di riferimento, con la sua incisione delle Variazioni Goldberg la pianista Maria Perrotta ha ricevuto il plauso unanime della critica e della stampa specializzata, che le ha attribuito 5 Stelle sulle riviste Amadeus e Musica e 5 Stelle e Disco del Mese sulla rivista Suonare News. Perfezionatasi presso l’École Normale de Musique di Parigi, l’Accademia Pianistica di Imola e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, si esibisce regolarmente al fianco delle principali orchestre in tutta Europa. Dopo l’integrale del Clavicembalo ben temperato, la pianista cosentina si cimenta con quella dell’Arte della Fuga BWV 1080, l’incompiuto ‘testamento’ di Johann Sebastian Bach. Un unico tema è la pietra angolare su cui il compositore ha costruito il suo monumento polifonico di quindici fughe e quattro canoni, in cui ha esplorato le estreme possibilità della scrittura contrappuntistica. Un puro esercizio della mente – tanto che il compositore non ha mai indicato lo strumento, o gli strumenti, per cui L’Arte della Fuga è stata scritta – che però nulla toglie alla bellezza e all’espressività di una delle opere più enigmatiche della storia della musica occidentale.