Interprete di acutissima e profonda sensibilità, Anna Caterina Antonacci negli anni ha coerentemente perseguito una sua meta: quella di dare letteralmente voce a personaggi dell’opera e a pagine della musica vocale da camera troppo spesso esclusi dalla programmazione, o assenti dal repertorio cosiddetto ‘tradizionale’. Ricondurre tanto impegno ad un mero eclettismo è non solo riduttivo, ma anche fuorviante. Non si affrontano repertori impervi, quale, ad esempio, quello barocco, ed in particolare Monteverdi, se non per vera passione e per un profondo interesse. Non basta il voler aggiungere un titolo sul curriculum. Così pure per quel che riguarda la vocalità cameristica, che anche in Italia, come dimostrano le belle pagine di Respighi con cui la Antonacci aprirà il suo recital in duo con Donald Sulzen, ha goduto, e gode tuttora, di buona fortuna. Fortuna che in Inghilterra non è mai tramontata, e di cui Britten si è fatto, fra i tanti, portavoce. Hahn, amico e tra i compositori preferiti da Proust, ci porta infine nella Parigi che guarda a Venezia (indimenticabili proprio le pagine proustiane sulla città lagunare) quasi fosse il centro di tutte le nostalgie, e nella quale Poulenc compone uno dei suoi più emozionanti capolavori, La Voix Humaine, complice il toccante testo di Jean Cocteau.
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