Dietro i grandi talenti ci sono spesso dei grandi maestri. È il caso degli straordinari solisti che animeranno il cartellone 2020, come Giovanni Andrea Zanon e Leonora Armellini. Il primo, che imbraccia il violino da quando aveva due anni, su consiglio di Zubin Mehta consegue il “Master of Art” con Pinchas Zukerman alla Manhattan School di New York, per perfezionarsi a Berlino con Antje Weithaas e a Roma con Sonig Tchakerian. Leonora Armellini si diploma a dodici anni sotto la guida di Laura Palmieri, erede della grande scuola di Arturo Benedetti Michelangeli, e studia poi con Sergio Perticaroli e con Lilya Zilberstein. Entrambi “Under 25”, vincitori di decine di concorsi, compaiono nelle sale più prestigiose, dalla Carnegie Hall alla Scala, e si preparano con umiltà e impegno alle loro future carriere: a incominciare dalla scelta di un repertorio che affronti i capisaldi, come le sonate di Beethoven e Brahms, dove lo “stile concertante” e l’equilibrio formale raggiungono il loro apice, e il virtuosismo funambolico della Tzigane, che rilegge Paganini in stile ungherese.
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